Bollettino creativo n.103
Questa settimana Andrea ha concluso Scaffold, lo strumento per insegnanti che stiamo sviluppando per la Comunità Europea (avete visto il documento tecnico sopra? Sembriamo quasi ingegneri 😂). Intanto Matteo ha continuato a scrivere il manuale di BAD, lo strumento per il Business-Aware Design: è a 7000 parole e ha solo scalfito la superficie!
Parentesi. in uno dei nostri brainstorming abbiamo ipotizzato un nome per Fabula per editing: Folio. Che ne pensate? O meglio Fabula for Editing?
🦊🦊🦊 Come ci siamo sentiti questa settimana
Fa strano perché abbiamo fatto meno da un punto di vista quantitativo, e in maniera di certo meno stressata, così abbiamo meno da raccontare e questo ironicamente ci fa quasi sentire in difetto. È un’occasione per domandarci quanto spesso ci esauriamo con le cose da fare solo per sentirci importanti 😅 e magari per smetterla di cadere in questo vizietto.
🍓🍓🍓 Riflessioni creative
Matteo ha approfittato del cambio di passo per rileggere un po’ dei lavori di Carlos Castaneda ed è rimasto molto affascinato dal concetto di rinuncia della propria storia personale e delle sue implicazioni pratiche. Tutti noi costruiamo un personaggio che poi dobbiamo sostenere con una serie di propositi e di abitudini: «Sono una persona responsabile quindi mi sveglio presto tutte le mattine», «Sono una persona che tiene alla salute quindi vado tre volte a settimana in palestra». E queste abitudini diventano i confini di chi siamo a tal punto che è molto difficile, addirittura destabilizzante, eluderli.
👉 Ma non è proprio questo l’aspetto intrigante? Cosa succede se decidiamo di rompere il monotono pattern della nostra quotidianità? Che capita se non andiamo in palestra per una settimana, se decidiamo di bere un bicchiere di vino a pranzo, se per una volta non paghiamo il parcheggio e corriamo il rischio di una multa? Cosa succede quando scopriamo che chi siamo stati fino a un momento fa non è necessariamente chi dobbiamo essere oggi, e che forse la libertà è proprio non sapere chi siamo?
👉 Sulla scia di questa riflessione, abbiamo rivalutato quelle massime un po’ americane: «Se vuoi essere uno scrittore, scrivi tutti i giorni», «Se vuoi essere un artista, fai arte tutti i giorni» ecc. Le abbiamo sempre interpretate come esortazioni della volontà personale con una certa, pure veemente, strizzatina d’occhio alla disciplina: se vuoi fare una cosa, mettiti a farla; insomma, datti ‘na mossa.
Ma siamo proprio sicuri che sia quello l’insegnamento?
Quando Matteo è andato in ritiro in torre ad agosto per finire di scrivere Mario3, lo ha detto alla proprietaria di casa e lei lo chiamava «lo scrittore». Giusto: stava vivendo quella vita. Lui manco si è preoccupato di spiegarle: «Ma è solo per questo mese. Sai, fino a ieri facevo l’editore esaurito».
🌈 Takeaway: sperimentiamo la vita che vogliamo
Se ci mettiamo a scrivere tutte le mattine, stiamo sperimentando la vita degli scrittori. Se recitiamo tutti i giorni, quella degli attori. Se facciamo sport tutti i giorni, quella degli sportivi. Non è che dobbiamo farlo per raggiungere un fine; se lo facciamo, già lo siamo perché lo stiamo sperimentando. Chi se ne frega se fino a ieri eravamo insegnanti, avvocati, psicologi, pizzaioli, commessi, capi di stato. Oggi stiamo sperimentando altro.
E voi? Che vita vorreste sperimentare? 🐈
Con ❤️,
Matteo e Andrea
*** Bollettino creativo di Sefirot ***
In questo bollettino raccontiamo come gestiamo una casa editrice.
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