Bollettino creativo n.121

Bollettino creativo n.121

In questi giorni abbiamo lavorato all’editing di Mario3 perché vogliamo lanciarlo durante il Salone del Libro di Torino 🚀 Matteo si è finalmente deciso a mettere mano a quelle poche ultime modifiche che aveva lasciato in sospeso e si è accorto che sembravano chissà quale sforzo e invece gli hanno richiesto solo qualche ora (incredibile come si riesca ad affogare in un bicchier d’acqua 😂).

Abbiamo anche avuto modo di riflettere sul tema dogmi/ribellione:

Il consueto funziona. Ci scontriamo spesso con il consueto. Sono i sentito dire. Un libro deve avere una trama avvincente. Un prodotto deve essere utile. I social sono fondamentali. La brand awareness è importante. Non sono bugie: sono cose che hanno funzionato e che continuano a funzionare. Il mercato ha dato ragione a quelle affermazioni e i player (soprattutto i grandi) le hanno tramutate in dogmi incrollabili che vengono tramandati alle nuove generazioni come i precetti di una religione. E tutti sanno che è vero, un po’ perché il consueto funziona sul serio, un po’ perché lo dicono tutti quindi deve essere vero.

L’introiezione del dogma. Come con i paradigmi di una madre, prendiamo i dogmi e li trasformiamo in legge. Confondiamo il «bisogna farlo così perché ha già funzionato» con il «bisogna farlo così perché è così che va fatto». Iniziamo a credere che sia giusto lavorare sulla brand awareness a prescindere, sviluppare solo prodotti di un’utilità lampante, curare i canali social, scrivere romanzi con trame avvincenti. E che sia assolutamente sbagliato non farlo.

L’intuizione della ribellione. E se non fosse vero? Quando osiamo farci questa domanda, il mondo precedente inizia a crollare e noi a intuire il fraintendimento dei dogmi tra le crepe. C’è quasi un senso di misfatto: e se me ne fottessi della brand awareness? E se mi dimenticassi dei social? E se scrivessi un libro senza trama? Posso farlo? Ma soprattutto… voglio fare qualcosa di nuovo?

La ribellione vincente diventa un nuovo dogma. Se in un mondo in cui nessuno vuole pubblicare fantasy italiani perché «i fantasy italiani non vendono» una casa editrice coraggiosa decidesse di pubblicarne uno e questo diventasse un caso editoriale, dal mese successivo molte case editrici cercherebbero di pubblicare proprio quel genere. Si creerebbe un nuovo dogma: «i fantasy italiani vendono». Insomma anche la ribellione viene assorbita.

Dogmi interni ed esterni. Ribellarsi ai dogmi che vengono dall’esterno è quasi facile, ma ribellarsi a quelli interni, che abbiamo costruito con le nostre ribellioni? Abbiamo dimostrato che «distribuire in maniera indipendente funziona», che «le ads di Facebook sono proficue» e in soli tre anni siamo già ciecamente convinti che si debba distribuire in maniera indipendente e che la pubblicità su FB sia fondamentale, che sia giusto così. E… se non fosse vero? 😅

🌈 La soluzione: accettare la precarietà. Il mondo è in continuo mutamento, noi siamo in continuo mutamento. Dobbiamo vedere sempre le cose come se fosse la prima volta. Che siano i paradigmi che abbiamo subito o quelli che abbiamo costruito noi (passare da ribelli a “vecchi” è un attimo). Funzionavano ieri, vero, ma oggi ci piacciono ancora? Come ci fanno sentire?

Ogni volta che pensiamo in maniera troppo rigida o abituale «Si fa così» chiediamocelo: ma è davvero così giusto?

Con ❤️,
Matteo e Andrea


*** Bollettino creativo di Sefirot ***

In questo bollettino raccontiamo come gestiamo una casa editrice.
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