Bollettino creativo n.123

Sono arrivati i prototipi di Edito (lo strumento creativo che abbiamo creato, in collaborazione con Dalia Oggero di Einaudi, per aiutare gli scrittori a revisionare il proprio manoscritto).
Sono bellissimi, molto meglio di quello che ci saremmo aspettati 😍 Stiamo intanto preparando le foto per la landing page, il video di presentazione e la traduzione in inglese con il piano di lanciare il prodotto a metà giugno!

Le competenze del creativo di oggi. Ogni tanto ci rendiamo conto della quantità di cose che dobbiamo fare e sapere per il lancio di un prodotto. Pensiamo anche che siano tutte necessarie e, se dovessimo creare un corso per i creativi di oggi (come ci piacerebbe molto a un certo punto 😍), insegneremmo queste materie:

  • Concepting. Saper individuare un’idea che abbia una sua ragion d’essere. Per questa fase è molto utile approfondire il Design Thinking e l’approccio Problema/soluzione.
  • Ricerca/benchmark e sintesi. Saper comprendere gli altri prodotti/progetti analoghi che già esistono e posizionare il prodotto in maniera consapevole. Qual è la differenza tra Edito e i manuali di self-editing?
  • Grafica/Art Direction. Impaginare, sviluppare graficamente loghi, pack, etichette ecc.
  • Copywriting. Saper scrivere in maniera efficace. Dai testi di una landing page allo script di un video di presentazione.
  • Comunicazione. Saper comunicare il prodotto, creare campagne pubblicitarie, individuare ed esplicitare la Unique Value Proposition (perché quel prodotto si distingue dagli altri).
  • Web. Conoscere le basi del funzionamento di siti web, piattaforme e-commerce, soluzioni tecnologiche. Sapere cosa succede se apriamo un Woocommerce piuttosto che uno Shopify è molto importante.
  • Strategia/Business. Imparare a rendere il prodotto realizzabile e sostenibile. Come possiamo farlo sul serio? E come possiamo continuare a farlo (rendendolo proficuo)?
  • Delegare. Imparare a scegliere i collaboratori e a guidarli, tenendo conto che, per delegare con efficacia una delle mansioni sopra, bisogna avere almeno un’idea generale di come quell’ambito funzioni.

🌈 La competenza più difficile: il senso di realtà. Gli studenti di Matteo (insegna Business-Aware Design in IAAD) si sono tutti lamentati del fatto che in 2-3 anni di università non hanno mai lavorato a un progetto realizzabile; hanno sempre avuto la sensazione che i concept fossero in fin dei conti infattibili, sparate mirabolanti, progetti su cui nessuna azienda avrebbe mai investito un soldo, prodotti che nessun utente avrebbe mai adottato. Una sensazione frustrante.

👉 Non è possibile acquisire veramente competenze di realtà se non si osa entrare nella realtà. Bisogna provare a realizzare qualcosa per davvero. Bisogna sperimentare. In una nostra ipotetica scuola, noi inviteremmo gli studenti ad andare a proporre i loro progetti alle aziende e a capire perché gli stanno dicendo di no, a investire i loro risparmi e a rischiare di perderli, a scontrarsi con la messa in pratica delle loro idee.

Noi abbiamo rivalutato quasi tutto quello che abbiamo studiato, e su cui ci sentivamo pure fortissimi 😅 (dalla UX alla comunicazione alle capacità strategiche), perché ogni volta che entravamo nella realtà scoprivamo spesso di essere impreparati e ci sentivamo anche un po’ coglioni.

Ecco, la realtà fa questo: ti fa sentire un po’ coglione. È lì che impari davvero 😉

Con ❤️,
Matteo e Andrea


*** Bollettino creativo di Sefirot ***

In questo bollettino raccontiamo come gestiamo una casa editrice.
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