Bollettino creativo n.239

Bollettino creativo n.239

La sintesi del mio ritorno in città: io che guardo sognante il cielo sperando di trovare un ufficio in collina (forse me lo danno davvero 😂)

Sefirot education. Ci stiamo muovendo per il nostro ingresso nelle scuole (insegnanti, se mi avete scritto la scorsa settimana, vi stiamo per chiamare!). Stiamo ultimando in questi giorni l’offerta formativa e Lino non vede l’ora di iniziare.

La ricerca dell’autenticità. Stiamo lavorando a diversi prodotti – per il branding, l’apprendimento delle lingue, e altri tre per la conduzione di workshop aziendali – e, visto che questi argomenti non sono proprio il mio expertise, sto facendo da cavia. 

Li sto applicando a me stesso e a Sefirot, cercando di scoprire se funzionano davvero e, nel caso, cosa cambiare.

Se non funzionano per me, come posso pensare che servano a qualcun altro?

Il lato non glorioso della creatività. Da quando sono tornato a Torino, sto cercando di essere metodico e disciplinato: la mattina scrivo, poi lavoro sui vari progetti, infine cerco di mettere tutto a posto a livello amministrativo e organizzativo, come dentro una casa che deve essere pulita e ben funzionante.

Sì, devo anche occuparmi di cose che non mi piacciono come gli f24, le fatture, la marginalità dei prodotti, la rincorsa a nuove pubblicità perché quelle vecchie non funzionano più. 

Mi fa sentire miserabile alle volte, mi siedo lì davanti al computer e dico: «Ah, certo, bel creativo, complimenti» 😂

🌈 Takeaway creativo: teniamoci stretta la nostra aspirazione

Sto investendo moltissimo per diffondere Agguato creativo. I margini non sono proprio stellari, perché diffondere qualcosa oggi costa, e questo, come potete immaginare, mi preoccupa.
Però decine di persone mi stanno contattando per dirmi che hanno ricominciato a scrivere e a dipingere dopo aver letto Agguato, che hanno ricominciato a credere nei loro progetti e nei loro sogni.
E allora sapete che c’è? Che va bene così.
Io voglio diffondere questo: che è possibile essere creativi, è possibile vivere della propria creatività, esprimersi, fare quello che ci piace, non è una bufala, si può fare davvero.
Voglio anche diffondere la realtà: che per farlo a volte bisogna pure sentirsi miserabili, poco creativi, e che quello che ci salva è l’anelito, l’aspirazione che abbiamo nel cuore. Teniamocela stretta.
Vi assicuro che ne vale la pena.

Con ❤️,
Matteo


*** Bollettino creativo di Sefirot ***

In questo bollettino racconto come gestiamo una casa editrice.
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