Bollettino creativo n.243

Ho finalmente iniziato a pubblicare su Instagram 💪 Era una cosa che “avrei dovuto fare da tempo”, ma per cui non ho mai provato una vera passione.

Un po’ come per il bollettino, mi serviva solo il motivo giusto. Quando ho deciso di continuare il lavoro di Agguato creativo, dando spunti di riflessione, consigli (e soprattutto agguati aggiuntivi!), la passione è arrivata.

Mi trovate qui >> https://www.instagram.com/matteodipascale/

La marea dell’energia. Una volta trovato il “concept” non ci ho lavorato subito. Nemmeno mi avvicinavo al computer, pensando che non fosse il momento giusto, che non fossi ispirato a sufficienza, e così via. 
Ovviamente erano tutte scuse: avevo solo paura di iniziare.

Nelle fasi iniziali di un progetto, l’energia è sempre in perdita, perché non sappiamo ancora qual è la strada giusta e nove volte su dieci dobbiamo disfare, risistemare, cambiare strada, ricominciare. Prima che l’energia ci torni indietro – che sentiamo la meraviglia di quel che stiamo creando – possono passare ore, giorni, settimane.

I primi due giorni ho vagato per il salotto e la cucina come un’anima in pena, scartando idee e proposte grafiche, e sentendomi sempre più teso. Fino a quando ho trovato la quadra e l’energia mi è ritornata moltiplicata dieci volte.

Funziona per ogni tipo di progetto: un romanzo, una campagna pubblicitaria, un’impresa. Come si affronta? Accettando questo movimento avanti-indietro, lasciandosi dondolare.

Nuove strade, nuove creatività. Dopo settimane di tentativi per entrare nelle scuole, ci siamo trovati di fronte a uno scoglio importante: nonostante i docenti siano entusiasti all’idea di portare i nostri prodotti ai ragazzi, la burocrazia a livello scolastico rende il tutto lento e difficoltoso.

Così abbiamo cambiato approccio: abbiamo creato dei pacchetti di prodotti e unità didattiche da proporre direttamente ai docenti volenterosi, bypassando l’intero sistema e… sta funzionando 😉
A volte la creatività è solo un modo diverso di fare le cose.

🌈 Takeaway creativo: essere se stessi aiuta a disperdere meno energie

A ripensarci, l’approccio con le scuole non era il proprio il nostro. Noi siamo ribelli, veloci, scattanti, e proporci come un’azienda di formazione, fare presentazioni, attendere le risposte ci stava drenando di energie.
Non solo: io stavo persino tremando all’idea di avere successo perché avrebbe richiesto una mole di lavoro impressionante in una direzione che non ci rappresenta.
Non appena siamo tornati a essere noi stessi, tutto è diventato più semplice.

Con ❤️,
Matteo


*** Bollettino creativo di Sefirot ***

In questo bollettino racconto come gestiamo una casa editrice.
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