Bollettino creativo n.249
Queste sono tre copie di Agguato creativo stampate da tre diverse tipografie, in tre diverse città. Perché?
Be’, perché il primo fornitore mi ha dato tempistiche troppo lente ed eravamo in esaurimento; il secondo mi ha fatto due ritardi e non mi rispondeva al telefono; e così… siamo arrivati a tre 😅
Quel che non si vede del nostro lavoro. Per esistere e funzionare Sefirot si appoggia su due colonne importanti: la produzione e la logistica. La prima è quella grazie ai quali i nostri strumenti vengono stampati fisicamente, e la seconda è quella che permette ai clienti in tutto il mondo di riceverli.
Non sono attività digitali, che si possono aggiustare a distanza con un clic. Sono mansioni concrete, fisiche, tangibili – la carta va approvvigionata e stampata, i prodotti vanno selezionati, imballati e affidati ai corrieri – e i danni sono altrettanto tangibili e, spesso, impossibili o costosi da rimediare.
Gestire i fornitori. Nel corso degli anni ne abbiamo viste di tutti i colori: centinaia di spedizioni sbagliate, libri stampati male, ritardi che ci hanno fatto perdere clienti, errori di macchina, errori umani, errori di distrazione, sfighe. E spesso il referente lato fornitore si limita a rispondere «Ci dispiace» e ad accampare scuse.
Solo la scorsa settimana ho perso due giorni per discutere, spiegare, indagare e infine imbestialirmi (mannaggia 😅) con tre dei nostri fornitori.
Il desiderio di spaccare tutto. Quello che viene voglia di fare in questi casi (almeno a me) è di mandare tutto all’aria, di bruciare i contratti, chiedere danni, di… e poi mi accorgo che non ho nessun vero potere. È questo che mi frustra tremendamente. Spostare un magazzino è un costo folle, e nessuno mi ridarà il tempo del ritiro di una produzione sbagliata, e dall’altra parte ho un referente che ha altri cento clienti come noi, o più grossi di noi, e a cui noi interessiamo solo fino a un certo punto.
E la lezione che sto imparando è che, alla fine, la colpa è sempre nostra.
🌈 Takeaway creativo: avere un ampio parco fornitori
Se non ci piace il ristorante dove ci hanno fatto mangiare male e trattato peggio, l’unica soluzione è andare in un altro locale e, per poterlo fare, dobbiamo conoscere tutti quelli della zona.
Quale che sia la nostra attività, non dobbiamo mai trovarci nella condizione di avere un unico fornitore, di impigrirci e non avere alternative. Solo così potremo dire: «Hai lavorato male? Vado dall’altro».
Troppo netto? Non lo so: ogni volta che ho permesso a un fornitore di lavorare male, in futuro ha lavorato ancora peggio.
Alla fine preferisco essere inclemente e avere un ampio parco fornitori che poi dover essere io quello che accampa scuse con i clienti delusi 💪
Con ❤️,
Matteo
*** Bollettino creativo di Sefirot ***
In questo bollettino racconto come gestiamo una casa editrice.
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