Bollettino creativo n.278
Nelle ultime settimane sono molto felice quando mi sveglio perché ho iniziato a scrivere un nuovo manuale sulla creatività, e ho deciso di condividere un po’ di questa gioia con voi 😊
Non sarà proprio un sequel di Agguato creativo, ma un passaggio successivo.
Come dico nel disclaimer all’inizio del libro:
Questo libro è per coltivare la tua creatività. Non è per destabilizzarti, non è per scuoterti: è per crescere. Una volta individuata la nostra fiammella, quella deve essere alimentata; recuperato eroicamente il seme, la pianta che germoglia deve essere curata, ha bisogno di acqua e luce.
Chi ha letto Agguato intenderà bene cosa significa.
Piccolo manifesto sulla creatività
Volendo scrivere nell’introduzione una breve sintesi su cosa sia per me la creatività, ho finito per tirare giù un piccolo manifesto. Ve lo allego con piacere:
Per me creatività è creare qualcosa di nuovo, è una magia, significa che prima non c’era qualcosa e adesso – puff – eccola lì. Significa avere il potere di intravedere un’idea e di portarla qua in questa realtà.
La creatività ha uno spettro molto ampio: è creativo lo scrittore che scrive un nuovo racconto, è creativa la manager che ha l’idea per un nuovo prodotto, e sono creativi anche il panettiere sotto casa che decide di provare un’altra ricetta per la focaccia, la fioraia all’angolo che cambia nome al negozio, lo psicanalista che introduce una nuova pratica nel suo lavoro, l’impiegata che si licenzia per andare all’estero e creare una nuova vita. È creativa una nuova strategia, un cambio di abitudine, un nuovo modo di vedere la realtà. È creativo tutto quello che rompe un pattern sempre uguale.
La creatività non è determinata da talento o genio. Un ragazzo con il dono del disegno non necessariamente sarà un pittore più creativo di uno che non sa come impugnare una matita. E il genio è un concetto troppo romantico. Il grosso rischio di genio e talento è che tendono a diventare pensieri limitanti, finiamo per credere di non poterci esprimere se non li abbiamo. «Posso essere uno scrittore anche se non ho il genio letterario?», «Posso fare l’illustratore anche se non sono talentuoso come i miei compagni?». Queste domande sono inutili e ci limitano terribilmente.
Creatività è esprimersi, e la risposta è sì: tutti possiamo farlo, sempre e comunque. L’unico limite siamo noi.
Ciò non significa che tutti siano creativi. Possono esserlo ma non tutti lo vogliono, perché la creatività implica esporsi, mostrarsi, mettersi in gioco, rendersi vulnerabili. C’è chi è disposto a farlo e chi invece decide che è meglio di no.
Proprio per questo la creatività non si può davvero insegnare, primo perché richiede un grande impegno dell’altro, che non possiamo controllare, e secondo perché non è un processo matematico, ripetibile, fatto di funzioni ed equazioni. Tuttavia la creatività si può ispirare, proprio facendo vedere che sì, sì, sì!, è possibile vivere una vita creativa.
Per questo è importante dare valore all’impatto delle vostre scelte. Quando deciderete di riprendere in mano il vostro romanzo, di lanciare il vostro progetto, di cambiare lavoro, di iscrivervi a un corso di cucina, insomma di esprimervi, le persone intorno a voi avranno la tentazione di fare lo stesso. Vi prenderanno a ispirazione, diventerete un esempio.
Questa è la via aggraziata.
L’altra via, quella pesante e infruttuosa, è cercare di convincere gli altri a esprimersi. Non fatelo. Non è migliore chi è creativo rispetto a chi ha deciso di non esserlo e, se qualcuno non vuole, avrà le sue ragioni che noi non possiamo immaginare.
La creatività implica responsabilità: siamo noi a decidere se esprimerci o se non farlo, se porci dei limiti oppure no. Siamo co-creatori della nostra realtà: se diciamo di voler essere artisti ma viviamo come camerieri e non dipingiamo mai, stiamo creando una realtà in cui siamo camerieri; se iniziamo a dipingere ogni mattina, anche la realtà si modifica e, a poco a poco, avremo la vita di un pittore.
Evitiamo il lamento: è un atteggiamento molto poco creativo. Se una cosa non ci piace, cambiamola, e, se non possiamo cambiarla, accettiamola o andiamocene. Il lamento non aggiunge mai nulla, ci toglie solo energie.
Le scuse lasciano il tempo che trovano. Non ho tempo. Ma non posso. Ma io. Ma però. Solo voi sapete se un pensiero è davvero un ostacolo fattuale o solo una scusa che mettete in campo per sabotarvi. Se non potete lasciare il lavoro perché vi servono i soldi per pagare le bollette, ringraziate il lavoro che avete e mettetevi il cuore in pace. E comunque nessuno vi impedisce dal mandare curriculum in giro.
Nessuno sprecherà le proprie energie per scardinare le vostre scuse e i vostri pensieri limitanti. Dovete farlo voi. Anche questo rientra nella responsabilità della creatività.
La creatività è un’avventura meravigliosa e anche dolorosa. Richiede l’accettazione dell’incertezza, l’abbandono costante di quella che comunemente chiamiamo zona di comfort.
Vivere una vita creativa significa avere fede ma non certezze, sapere che si arriverà da qualche parte ma senza conoscere la via esatta, significa non solo affrontare le nostre paure, ma amarle e onorarle.
Con affetto,
Matteo
*** Bollettino creativo di Sefirot ***
In questo bollettino racconto come gestiamo una casa editrice.
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