Bollettino creativo n.87

Bollettino creativo n.87

Visto che questa settimana per lo più ci siamo riposati (meno male, aggiungiamo 😂) e abbiamo poco da raccontare, ne approfittiamo per rispondere a una domanda che ci ha fatto Volker, che ci legge:

«Come lavorate ogni giorno? Vi occupate di aree molto diverse – product design, gestire un team, produzione, spedizione ecc. – e nonostante questo vi sento sempre molto focalizzati. Mi piacerebbe sapere come strutturate le vostre giornate».

💪💪💪 Come scegliamo cosa fare giorno per giorno

Dopo tre anni di azienda siamo arrivati a questa conclusione: la lista delle cose da fare è potenzialmente infinita, e può ucciderti perché non esisterà mai un team abbastanza grande o una giornata abbastanza lunga, perciò è necessario scegliere con cura a cosa dedicarsi e sapere bene perché.

Noi in genere ci orientiamo in questo modo:

  • Ci chiediamo: «Quanto vogliamo farlo?». Potremmo decidere di vendere agende tipo Moleskine, oppure di produrre decine di Fabula (uno per ogni genere letterario che ci viene in mente), ma... lo vogliamo fare? Saremmo contenti di vendere agende e di lavorare a prodotti che non ci interessano davvero solo per aver più roba da buttare sul tavolo? Dove vogliamo andare? Che tipo di azienda vogliamo essere? In sostanza: questa cosa ci nutre o no?
  • Ci chiediamo: «Che valore porta una determinata operazione?». Non tutto ha lo stesso impatto. Decidere di cambiare fornitore delle spedizioni potrebbe ridurre i costi del 10% e aumentare i profitti in maniera considerevole, mentre impostare un nuovo sistema di mail marketing potrebbe sì ottimizzare i risultati ma non in maniera importante. Insomma, facciamo dei freddi, freddissimi conti: qual è il beneficio in rapporto al costo/impegno? (p.s. BAD, il nostro nuovo prodotto aiuta proprio con questo!)
  • Impostiamo una scaletta delle priorità. Un’azienda dove si fa solo quello che si vuole, non campa; allo stesso tempo, in un’azienda dove si fa solo quello che porta il massimo valore, saremmo noi a esaurirci 😂 Di solito noi cerchiamo di dare maggiore priorità alle operazioni che ci piacciono e che potenzialmente ci possono portare un buon valore (ad es. sviluppare un nuovo prodotto in cui crediamo), poi inseriamo nella nostra scaletta un po’ di operazioni ad alto impatto economico (ottimizzazione delle spedizioni) insieme a quelle che ci nutrono e ci danno energia (scrivere il bollettino, per esempio).
  • Alla fine non svolgiamo i task in ordine di priorità ma sulla base di come ci sentiamo. La verità è che non ci corre dietro nessuno, non salviamo vite, non siamo la squadra SWAT, perciò a chi importa se facciamo una cosa oggi o se la facciamo domani? Abbiamo imparato a seguire il nostro flusso interno senza giudizio: se ci svegliamo e abbiamo voglia di lavorare sulle spedizioni, facciamo prima quello rispetto al bollettino; se invece abbiamo proprio voglia di lavorare al nuovo prodotto, chiudiamo tutto il resto. Quando lavoriamo su quello che vogliamo, siamo più veloci e poi non ci viene mal di testa 😉

🍓🍓🍓 Bonus 1: ci mettiamo in discussione costantemente

Quello che abbiamo descritto sopra è il nostro ideale, ma non sempre riusciamo a seguirlo: ci capita di perdere lucidità. Così abbiamo imparato a discutere a lungo di come viviamo il lavoro, se lo stiamo vivendo male e soprattutto – questo è il punto chiave – del perché lo stiamo vivendo male.

Andrea aveva la tendenza di dare la priorità a task ripetitivi e noiosi e finiva la giornata stanco e frustrato. Ora, il problema non è di difficile risoluzione: bastava diluire quei task (tra l’altro non molto urgenti e di basso impatto) e alternarli con qualcosa di più soddisfacente. Tuttavia Andrea ci ricadeva di nuovo, allora ci siamo chiesti: «Perché Andrea voleva vivere in quel modo?». E abbiamo scoperto che preferiva occuparsi di cose di scarsa responsabilità perché le altre, più creative, erano anche più spaventose. Lo stesso è successo a Matteo: ha rischiato il burnout diverse volte non perché ci fossero così tante cose da fare ma perché preferiva esaurirsi sul lavoro piuttosto che avere il tempo per scrivere un romanzo (e rischiare di essere rifiutato!).

Insomma, siamo certi che dietro a ogni disagio ci sia un vantaggio e cerchiamo di smascherarlo per vivere meglio.

🍓🍓🍓 Bonus 2: se però arriva un’intuizione...

Matteo aveva deciso di non scrivere il bollettino ad agosto, però ieri ha sognato che uno gli diceva: «Devo andare a scrivere un bollettino» e nel sogno ha provato così tanta invidia che… eccoci qua 😂

Speriamo che queste “confessioni” possano essere utili!
E voi? Come lavorate?

Con ❤️,
Matteo e Andrea


*** Bollettino creativo di Sefirot ***

In questo bollettino raccontiamo come gestiamo una casa editrice.
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